Nelle precedenti analisi (passato) (presente) si è parlato degli innumerevoli fallimenti imprenditoriali che hanno generato concorrenza sleale ai danni del sistema revisioni, ma non è corretto attribuire tutte le responsabilità allo Stato. Titolari di imprese senza scrupoli esistono in ogni settore, così come fornitori di attrezzature e servizi che fanno il proprio interesse, ma per completare il quadro è utile citare coloro che materialmente eseguono i controlli sui veicoli. Che si voglia chiamarli responsabili tecnici, ispettori, omini della revisione o meccanici poco cambia: la categoria degli operatori addetti alla revisione ministeriale non esiste e di questo passo non esisterà mai. Le problematiche connesse all’esercizio di questa professione sono molteplici, dall’assenza di un contratto nazionale dedicato alla mancanza di formazione adeguata, dal conflitto d’interessi con il proprio titolare all’assenza di supporto da parte della Motorizzazione Civile, ma perchè nessuno si adopera per migliorare la situazione? La speranza nella Divina Provvidenza fa parte della cultura dell’italiano medio ed il responsabile tecnico sposa perfettamente questa filosofia di vita, la breve storia di questo settore insegna. Negli anni sono nate diverse associazioni di categoria con lo scopo di valorizzare questa figura professionale (A.I.R.T.R.A., Vai Sicuro, A.R.T.I), ma l’indifferenza generale ha fatto tramontare ogni progetto. Da poco più di tre anni ha preso piede l’Associazione ICC (Ispettori Centri di Controllo) che grazie al notevole impegno del presidente Gianluca Massa e di tutto il team del direttivo sopravvive, ma non ottiene sicuramente il seguito che meriterebbe considerando l’obbiettivo raggiunto della convocazione al tavolo tecnico del Ministero dei Trasporti. La gran parte degli operatori lamenta situazioni estremamente gravi, ma per quale motivo accettano di lavorare in condizioni di sfruttamento, nell’illegalità e col rischio di conseguenze panali? Vittimismo e scarico di responsabilità, ecco altre due peculiarità all’italiana che in questo caso vengono espresse alla perfezione, ma la legge parla chiaro: il responsabile tecnico che accetta di scendere a compromessi è colluso al sistema marcio e non può nascondersi dietro alle pressioni del titolare. In fin dei conti chi per anni ha avuto un’occupazione fissa (comma 2 art 240 del c.d.s) svolgendo una mansione fisicamente leggera se confrontata agli altri lavori da autofficina non ha interesse a mettere a repentaglio la propria condizione “privilegiata”, questa è la realtà. Con la legge di bilancio 2019 (art. 1049-1050) (link) lo Stato riserva a questa categoria la possibilità di ampliare il raggio d’azione ai veicoli di massa superiore a 35q.li esclusi quelli destinati al trasporto di merci pericolose o in regime di ATP (approfondimento tratto dal Dossier della Camera dei Deputati).
Premio o punizione? Difficile a dirsi, ma in ogni caso va riconosciuto che la gran parte dei responsabili tecnici non possiede nemmeno le competenze minime per mantenere la professione come prescritto dalla normativa europea 2014/45ue (link) recepita in Italia con i decreti D.M. 214 (link) e D.D 211 (link). La fortuna di molti è il comma 2 dell’articolo 13 del D.M. 214: “gli ispettori già autorizzati o abilitati alla data del 20 Maggio 2018 sono esenti dal possesso dei requisiti”, ma saranno all’altezza della figura che dovranno rappresentare? Nel frattempo le anteprime di certificato di revisione che sarà obbligatorio dal 1° Aprile 2019 dimostrano chiaramente l’indipendenza dell’ispettore rispetto al centro in cui viene eseguito il controllo: è forse l’inizio di una netta separazione fra le due entità? Probabilmente sì, ma questo ruolo da protagonista non piacerà agli inetti che per anni hanno mantenuto la professione perchè convinti di navigare in acque sicure: è l’inizio della selezione naturale. La centralità dell’ispettore che tanto spaventa i titolari dei centri di controllo e le relative associazioni di categoria potrebbe essere la soluzione a tutti i problemi del settore in quanto diminuirebbero le spese fisse a carico delle attività. Abrogando il già citato comma 2 dell’art. 240 del c.d.s. le imprese sarebbero libere dall’obbligo di assumere come dipendente il responsabile tecnico che a sua volta sarebbe svincolato dal principio di esclusività verso un unico centro; le revisioni potrebbero essere gestite come quelle degli autocarri con ingegnere MCTC esterno e pagato a prestazione (no malattia, no ferie, no TFR, ma nemmeno compensi da operaio generico). I costi di formazione ed aggiornamento prescritti dal comma 2 dell’allegato IV (link) del D.M. 214 saranno l’ennesimo flagello per le imprese, ma solo ragionando secondo i vecchi schemi. Al pari di un libero professionista dovrebbe essere premura e onere dell’ispettore rendersi idoneo al mercato del lavoro in quanto maggiori competenze gli consentiranno di ottenere migliori opportunità. L’articolo 80 del c.d.s. andrebbe frazionato sulla base delle abilitazioni dell’ispettore e della attrezzature-locali dei centri di controllo, altrimenti affonderebbero il 50% delle imprese del settore. Le attrezzature prescritte dall’allagato III del D.M. 214 (link) (approfondimento) e obbligatorie entro il 20 Maggio 2023 lasciano intendere investimenti paragonabili a quelli relativi all’adeguamento per il protocollo MCTC Net 2 nel 2015: il Sig. Rossi citato nel precedente articolo potrà permettersi tutto ciò? I titolari di centri di controllo che non posseggono le dimensioni minime per esercitare la professione riusciranno a mettersi in regola con opere murarie o dovranno trasferire le proprie attività in locali idonei? L’alternativa non catastrofica potrebbe esistere, ma gli imprenditori dovranno rinunciare ad una fetta di mercato riequilibrando una volta per tutte il settore. Si potrebbe fare a meno del tanto odiato pedale pressometrico, ma il centro non sarebbe più autorizzato a revisionare veicoli sprovvisti di sistema antibloccaggio, ma non si tratterà di sole limitazioni. Perchè non estendere la revisioni dei veicoli di interesse storico e collezionistico immatricolati prima del 1960 ad ispettori che anno superato specifici corsi? Nel frattempo diventa sempre più concreta l’ipotesi della concessione di collaudi ad impianti GPL e ganci di traino ai privati vista e considerata l’evidente difficoltà della Motorizzazione Civile nel gestire queste pratiche (immagine sotto). Pura fantascienza? Staremo a vedere.
Classe 1991, da sempre appassionato di meccanica e motori. Formazione scientifica, ma propensione alla tecnica, un connubio che determina l’orientamento verso il ramo delle revisioni ministeriali. Ispettore sovversivo e dalle idee ben chiare: il principio di terzietà come unica soluzione in un settore ormai privo di legalità. Nel tempo libero direttore di Revisioniautoblog, rappresentante Federispettori, consulente automotive e collaboratore giornalistico.
Per quale motivo tanti operatori accettano di lavorare in condizioni di sfruttamento, nell’illegalità e con il rischio di conseguenze penali? La risposta mi sembra banale: perché non riescono a trovare di meglio.
Perché spesso l’ispettore non è un vero meccanico ma uno che ha passione e un titoletto di studio ma non abbastanza esperienza. Personalmente non conosco meccanici veri, disinvolti e autonomi nel loro lavoro, che sognano di diventare ispettore e passare da essere un “figo” che aggiusta le macchine, una risorsa importante a cui tutti fanno riferimento, a essere una fantozziana “merdaccia” che si sente dirè uè uè ragazzo dal cliente che vuole la revisione con le gomme liscie e che dopo avergliela fatta si becca comunque i rimproveri dal capo perché le revisioni calano.
Secondo me, e ammetto che per pigrizia e per risparmiare 50 euro non mi sono mai associato a gruppi interessantissimi tipo ICC (anche se non escludo che lo farò visto l’aria che tira), tanti ispettori non vedono questo mestiere come il loro mestiere definitivo e quindi non si associano e non fanno gruppo.
Purtroppo.
Al pari di un cane che si morde la coda, il sistema non è stimolante, ma se non ci si impegna in prima persona per migliorarlo è inutile lamentarsi. Associazioni a tutela di ispettori ed imprese esistono, è sufficiente informarsi e sostenerle…altrimenti, ribadisco, è inutile lamentarsi. Ricorda sempre, caro collega, che mentre sei alla ricerca di occupazioni migliori e nuove opportunità il lavoro che probabilmente prendi sottogamba potrebbe sporcarti la fedina penale, e in quel caso non varrà il “me l’ha ordinato il mio capo”.
Chi fa il Responsabile Tecnico o ispettore non può permettersi di prendere sottogamba questo lavoro come tutti gli altri. Il meccanico “FIGO” che ripara spesso non ha nemmeno la licenza media e spesso era il classico “FIGO DEL QUARTIERINO” che chiodava a scuola perchè si riteneva il più furbo. Questa furbizia lo ha portato a svolgere un lavoro che fino a qualche decennio fa chiunque poteva fare tanto la meccanica era pressochè identica a tutti i veicoli; la selezione naturale si è avuta con l’avvento dell’elettronica adesso i “FIGHI” sono quelli che ti convincono che la spia air bag (tanto per citarne una) è accesa ma non serve a nulla, questa è la loro spiegazione; ma la verità è che non hanno le basi per poter intervenire su quel guasto. Quella spia in caso di incidente potrebbe salvarti la vita ma il “FIGO” ti dice non è nulla vai tranquillo.
Dall’altra parte c’è un ragazzino che bene o male un pezzo di carta da appendere al muro se lo è sudato ma non ha l’esperienza sia lavorativa che di vita per contrastare questo “FIGO”. Io per contrastare il “FIGO” e per cercare di essere dalla parte giusta mi sono associato a Associazione Ispettori Centri di Controllo perchè noi che “NON SIAMO FIGHI” vogliamo stare dalla parte della legalità e con il nostro umile lavoro speriamo di aumentare la sicurezza sulle strade dove i nostri figli giocano.
Tanto rispetto per chi firma un documento legale, ma in primis lo stesso ISPETTORISSIMO avrà la patente? faccio un esempio: l’ultimo paradosso il tanto blasonato ispettore mi chiede: é normale quel rumoraccio che fa quella Ducati? risposta si è una frizione a secco i dischi provocano quel rumore sbattono sulla campana!! ah ok cos’è una frizione secco?…. nel dubbio, dice, la boccio, non voglio responsabilità!!!! il cliente sgrana gli occhi e perde assolutamente di fiducia nei riguardi di un tecnico autorizzato firmante che si dimostra impreparato!! questo lo vediamo anche da anni in motorizzazione, capitato!! questo tecnico assunto per concorso addirittura abilitato a revisionare mezzi pesanti, di fatto mi da un ripetere per un gioco assiale sul perno della forca posteriore del carro attrezzi peccato che era una normale tolleranza e non dovuto a usura!!! Stiamo facendo passi indietro!!! io dico la mia!! 10 o 15 anni di esperienza provata!! questo qualifica un tecnico!!! un geometra? neanche un ingegnere sa cosa è davvero un’auto se non ha esperienza e passione diretta!!! un ragazzo con la terza media diventa un meccanico fa freni, motori stringe bulloni potenzialmente pericoloso se non fatto nel modo corretto!! li addirittura potresti modificarne la struttura e la sicurezza!! di fatto questi ispettori si limitano solo guardare esiti di strumenti che fanno il lavoro al posto tuo!!!! Ultimo appunto, Stato come puoi bloccare i corsi? da parte di un imprenditore con leasing e affitto da pagare? ma che vergogna il mio ex responsabile mi ha dato picche dandomi 8 giorni di preavviso, non sostituibile!!! magari solo perché mi andava!!!! non stiamo dando troppo potere a queste qualifiche? David i tuoi bambini giocano sulle strade con vetture alle quali sono stati fatti i freni da un meccanico con la terza media supervisionato dal titolare che ha responsabilità!!! cosa preferiresti? di chi ti fideresti? il ragazzino diplomato con 50 ore di corso o un meccanico che ha magari 50 anni di esperienza?
10-15 anni di esperienza comprovata? Quindi secondo Lei il settore dovrebbe chiudere le porte ai giovani laureati a favore dei meccanici con esperienza? Mentalità vecchia di almeno 50 anni… L’esperienza sul campo è importante, nulla da dire, ma 10 15 anni nemmeno un chirurgo. 3 anni di esperienza + laurea in ingegneria potrebbe essere un ottimo compromesso, visto e considerato che ormai il diploma quinquennale non è sufficiente nemmeno per fare l’operatore ecologico.
ma perfafavore Diego scommetto che tu sia uno di quelli neo diplomati!!! andrò a scuola a 50 anni solo per sostenere la mia attività, io ogni giorno che ho a che fare con sti neo diplomati pargheggiati in scuole per imposizioni familiari… nulla di discutibile o personale ed hai che hai un diploma (intendere perito termoidruilco?) a che lo stesso abbia capacita teoriche tecniche se lo stesso ti di passione o che ti dia una magica predisposizione a valutare onestamente un’arma che pesa almeno una tonnellata o che tu come perito agraario abbia le predisosizini, facciamo un test cos’e un valore lambda cosa mette in pericolo un automobilista? a che pressione lavorano gli iniettori diesel? un filtro fap è pericoloso se non rigenera? se trovi una spia accesa sai valutarne la diagnosi? in Italia il problema è solo trovare un lavoro qualunque esso ti dia sostenibilità economica non fermo la crescita ma non sono d’accordo basterebbero corsi ben più brevi e reali fatti da professionisti pio ci saranno periti sicuramente all’altezza ma per adesso non è così
Giovanni invece Lei scommetto sia un titolare di centro revisioni non in possesso del diploma idoneo per l’esercizio della funzione di ispettore vero? Non l’avrei mai detto, ma cerchiamo per onestà intellettuale di abbandonare il nostro piccolo orticello pensando in grande. Il mondo sta andando nella direzione della formazione, dello studio (menomale direi!), quindi è giusto che un mestiere importante come il nostro sia riservato a possessori di determinati titoli di studio. Sono completamente d’accordo con Lei nel ritenere alcuni dei diplomi quinquennali inadeguati a questa professione, ma da qui a dire che un meccanico sia più competente di una persona che ha superato un corso ben strutturato… Non se nella sua zona come funziona, ma solitamente il “meccanico” è il peggior cliente del centro revisioni…
E aggiungo una piccola parentesi: dubito fortemente che TUTTI i meccanici abbiano le risposte alle domande che ha fatto…
si dubito anch’io Diego un punto a tuo favore!!! ribadisco un geometra senza patente comunque gioca facile in un mondo difficile!!! mi metterò a studiare visto che mi sono reso conto che i diplomati sono delle capre
ovviamente in ambito lavorativo