Al primo del mese, com’è ormai consuetudine, la redazione di Revisioniautoblog ha giocato uno scherzetto pungente ai propri lettori e followers delle varie pagine social [Facebook] [LinkedIn] [Instagram] [YouTube]. Il pesce d’aprile (link) è riuscito talmente bene che abbiamo ricevuto chiamate, mail e messaggi privati da parte di numerosissimi appartenenti al settore revisioni, dal semplice ispettore al titolare di centro di controllo, dal programmatore della software house al tecnico-rivenditore di attrezzatura. Insomma, se la sono bevuta in molti, complice senz’altro l’autorevolezza di questo blog, ma anche il contenuto dell’articolo che in fin dei conti non era nulla di così trascendentale. Avessimo parlato di incremento della tariffa a 100€, oppure di revisione su base volontaria, di “autocertificazione di buona manutenzione del veicolo” e così via avrebbero tutti gridato alla fake news, o almeno si spera, ma quando il tema è l’indipendenza degli ispettori c’è sempre molta attenzione e di conseguenza preoccupazione o speranza a seconda delle propria posizione. Ciò che fino a qualche anno fa sembrava frutto di menti perverse progressiste oggi è attualità e lo si nota dallo stampo dei commenti, dalle discussioni e delle prese di posizione da parte di personaggi, anche autorevoli, notoriamente avversi a questo cambiamento. Infatti, se prima l’intero argomento veniva liquidato con una fragorosa risata di scherno, ora si corre ai ripari: “tanto ci sarà la proroga!” scrive fra i commenti il popolo di Facebook, mentre coloro che hanno la facoltà di dialogare con il Ministero mettono in atto strategie difensive per un recepimento indolore, ormai tardivo, del principio di terzietà. Già, recepimento, perchè ancora una volta vale la pena ricordare non si tratta di idee malsane di qualche pazzo visionario, bensì di norme già approvate dagli organi di legislazione comunitari che necessitano solamente di essere introdotte nel diritto nazionale, un passaggio obbligatorio che rientra nella natura della direttiva UE. Lo spirito di queste fonti di diritto è appunto quello di consentire a tutti gli stati membri, considerandone la disparità, di raggiungere l’obbiettivo prefissato in modo progressivo, evitando danni e criticità alle categorie interessate. Micro realtà disomogenee implicano tempi di adeguamento e sforzi differenti ed è per questo che nazioni all’avanguardia in materia di controllo tecnico dei veicoli come la Germania possono tranquillamente tirare un respiro di sollievo in quanto già parzialmente conformi alle nuove disposizioni. Poi arriva l’Italia che vanta la peggior Motorizzazione d’Europa (l’applicazione della recente proroga è l’ennesima dimostrazione), un sistema revisioni che fa acqua da tutte le parti (a questo proposito non serve argomentare) e a distanza di 7 anni dall’emissione della direttiva 2014/45Ue fa orecchie da mercante, come se il problema non la riguardasse. Essì, oramai è un problema, in quanto attività regolarmente operative e legittimate dallo Stato si vedranno abbassare la serranda da un giorno all’altro. Fantascienza? Catastrofismo? Quanti centri di revisione attualmente sono inattivi perchè sprovvisti dell’ispettore, la prima grande novità introdotta dalla direttiva comunitaria? Ma è colpa dei burocrati europei o del sistema nazionale che non è stato in grado di organizzarsi per tempo pubblicando all’ultimo giorno utile un copia-incolla disastroso della 2014/45Ue? D’altronde c’erano priorità quali l’abolizione del padale pressometrico, il sostituto errettì e via dicendo…
Duole prendere atto dei risvolti negativi che il scellerato iter di recepimento direttiva europea sta causando all’intero comparto revisioni, ma, si ribadisce, è solamente un problema di mala-gestione. Tutto il settore paga e pagherà le conseguenze della strategia fallimentare impiegata fino ad ora dai – passatemi il termine – negazionisti della terzietà, coloro che pensano di risolvere il “problema” ignorandolo. Peccato si tratti banalmente di ignoranti, con riferimento al significato etimologico del vocabolo, ovvero persone che ignorano, in questo caso, la storia e l’evoluzione della normativa automotive nazionale ed internazionale. Se nel primo Codice della Strada dell’età contemporanea, il Regio Decreto 8 Dicembre 1933 n.1740, tutte le norme riguardavano esclusivamente l’Italia per ovvie ragioni storico-politiche (N.d.r. era firmato Benito Mussolini!), già dal D.P.R. 393/59 del 1959 viene introdotto qualche riferimento alla regolamentazione comunitaria, come ad esempio il “proiettore europeo unificato” (Art. 196 D.P.R. 420/59), l’anabbagliante con fascio asimmetrico che attualmente equipaggia tutti i veicoli in circolazione. La vera rivoluzione è tuttavia rappresentata dell’emanazione della direttiva europea quadro relative all’omologazione degli autoveicoli, la 70/156CEE, dei motoveicoli, la 92/61CEE, e tutte quelle che disciplinano l’approvazione delle varie unità tecniche indipendenti (dispositivi di illuminazione e segnalazione visiva, freni, serbatoi, emissioni inquinanti ecc). Nel “nuovo” Codice della Strada infatti, D.Lgs n.285 del 1992, tutti gli ambiti già regolamentati dalla normativa comunitaria vengono rimandati ad essa in virtù del superiore grado nella gerarchia delle fonti di diritto. “Qualora le norme di cui al comma 3-bis si riferiscano a sistemi, componenti ed entita’ tecniche oggetto di direttive comunitarie, ovvero di regolamenti emanati dall’Ufficio europeo per le Nazioni Unite recepite dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, le prescrizioni di approvazione nazionale e di installazione sono conformi a quanto previsto dalle predette direttive o regolamenti.” (Art. 75 D.Lgs 285/92, comma 3-ter). Nel prossimo Codice della Strada è dunque lecito aspettarsi in materia di revisione dei veicoli un’attuazione integrale della disciplina comunitaria, oggi contenuta nella direttiva 2014/45Ue, un domani in qualche regolamento Ue, una fonte di diretto ancora più blindata della “semplice” direttiva. Che ne sarà di tutto coloro che considerano una mail da parte dell’impiegato della Motorizzazione più autorevole della Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea “perkè siamo in Italia e non in Europaaa111!!111”?
Chi non partecipa al cambiamento lo subirà, è inevitabile.
Curiosità – La durata media dei vari Codici della Strada è di circa 30 anni, un intervallo di tempo nel quale sono oggetto di numerosi emendamenti in base al progresso tecnico dei veicoli e all’evoluzione dei comportamenti dell’uomo. Quando l’entità delle modifiche risulta sconvolgere completamente il testo originale, di prassi si provvede ad una nuova stesura integrale del documento. L’attuale Codice della Strada D.Lgs 285/92 spegne quest’anno la ventinovesima candelina: nasce in un periodo nel quale non esistevano nemmeno i catalizzatori per i motori a benzina mentre oggi si parla di elettrificazione totale e di guida autonoma. Chi ha orecchie per intendere intenda.
Al paese che non è mio si suol dire: “è inutile fischiare se l’asilo non vuol bere”.
La terzietà (così come intende LEI esiste già) e, non è sinonimo di garanzia per nessuno (suppongo sia inutile ricordarle “autobus che volano dai viadotti etc. Etc.”) nonostante l’ispettore “terzo” sia un funzionario della motorizzazione. QUINDI, figuriamo tutta quella marmaglia di ITALIDIOTI pronti a vendicarsi e/o lasciarsi corrompere ( se non richiedere ) mance etc.
Non ditemi che penso male, altrimenti dovrei rispondere con un altro detto.
Ricordatevi, NON SIAMO INGLESI E NON CI TROVIAMO IN INGHILTERRA.
Ecccolo!!! L’hater numero uno di Revisioniautoblog sito. Le consiglio di approdare su Facebook, almeno avrà la soddisfazione di vedere qualche “like” alle sue prese di posizione sterili, arroganti e poco costruttive, a misura appunto di odiatore seriale. Il caso di Acqualonga è la punta dell’iceberg di una pubblica amministrazione improduttiva e corrotta, ma la colpa in questo caso è degli individui, non del sistema. Il ricambio generazionale è l’unica soluzione ed in molti UMC l’utenza ed i professionisti stanno già apprezzando il nuovo modo di operare dei giovani ingegneri, cresciuti con una mentalità diversa da quella dell’italiano medio “chiagnieffotti”. Per quanto riguarda i leggeri invece è il sistema l’unico vero ostacolo, non le persone. Anche l’individuo più onesto del mondo, se messa alle strette, opera illegalmente.
Io stanne certo non mi piego neanche davanti al padre terno.
Una semplice domanda: TUTTI GLI ONESTI COME TE CHE LAVORANO IN UN CESSO DI MERDA ED ESEGUONO REGOLARMENTE REVISIONI NON CONFORMI SONO GLI STESSI CHE DOMANI SARANNO PALADINI DELLA LEGALITÀ?
Sei solo un buffone
A dire il vero mi piacerebbe capire chi le ha dato queste false informazioni. Il fatto che io ritenga la sua battaglia – o ragion di vita, mi vien da pensare – inutile non è certo perchè il centro nel quale lavoro non è in regola con le dimensioni/altezza. Invece lei mi spiega per quale motivo tutto questo astio? Coda di paglia?
Com’è inquadrato il suo ispettore tecnico?
Io, a differenza di tutti (e ribadisco, TUTTI) gli altri sono per il rispetto delle regole, a prescindere.
Non ho scheletri nell’armadio, altrimenti, quelli che a Roma hanno favorito il proliferarsi di Centri di Controllo come i funghi mi avrebbero massacrato, quindi trai le debite conclusioni, se ti riesce, invece di insultarmi.
I miei ispettori (all’inizio) erano anche soci della Srl, quando mio figlio prese l’attestato, prima di firmare da solo le revisioni passarono due anni ed è stato assunto come Tecnico da subito e non come apprendista “fasullo”, si è fatto le “ossa” seguendo l’esperienza più che decennale dei mie Tecnici e soprattutto la mia esperienza di: Istruttore e Insegnante di Scuola Guida, Consulente Automobilista, Tecnico specializzato x tachigrafi analogici e digitali, a differenza di quelli come te che non sapevano nemmeno cosa significava l’omologazione di un veicolo e tra l’altro, nemmeno tanto esperti di guida dei veicoli.
Quindi, in conclusione, non comprendo il perché continui ad accusarmi di …. solo perché contraddico (spero di trovarmi ancora in un paese libero) il vostro (tutti) desiderio di trasformare il sistema in un modo che a me piace poco ed è dimostrato non funzionante soprattutto in Italia, causa l’immensa quantità di ITALIDIOTI.
Ma a dire il vero quello delle accuse gratuite è lei. Di cosa l’avrei accusata, precisamente?
Dopo se vuole vado a riprendere la sfilza di insulti/accusa, peraltro fondate sul nulla cosmico, che mi dedica ogni qual volta si parla di terzietà.
Sembra che mi conosce come le sue tasche, io invece non so nemmeno chi è lei, e non mi interessa.
Noto con piacere che rispondi sempre a ciò che dico, bravo.
Il nulla cosmico è la sua presunzione che sarebbe regolare solo quello che le conviene. Bella cosa.
Chi sono io ti è stato detto, mentre, chi sei tu lo hanno capito tutti, ovvero, un qualunquista alla ricerca di visibilità. Squallido.
Con questo chiudiamo.