Buongiorno a tutti, non sono Carletto, sono Diego Brambilla, l’amministratore di Revisioniautoblog. No, non è la mia storia quella che sto per raccontarvi, ma riguarda un ispettore tecnico a me molto vicino. Un amico, un collega…una persona che però non ne parlerebbe mai in prima persona in quanto rappresenta l’impersonificazione del motto “vivi e lascia vivere”. E’ un bonaccione, non farebbe mai del male nemmeno ad una mosca e piuttosto che affrontare una qualsiasi situazione si defila, come ha fatto anche questa volta – per l’ennesima volta –. Ecco, questo non è proprio un complimento, ma Carlo è così: timido, riservato, timoroso e molto sensibile. Un carattere non proprio conforme ad un ruolo da pubblico ufficiale che tuttavia, devo riconoscere, svolgeva in modo molto professionale, anche troppo. Sì, perchè Carlo iniziò a fare il responsabile tecnico quasi per caso, spinto dal titolare dell’officina nella quale era assunto come aiuto-meccanico, ma non aveva mai capito a fondo in cosa consistesse il lavoro. Carlo non è stupido, ma si lascia trascinare: il capo impartiva gli ordini, lui li eseguiva, in buona fede. Anche perchè, va detto, fino al giorno in cui ci siamo conosciuti Carlo di auto e di revisioni non capiva una mazza. Niente, nisba, zero! Era la prova vivente del requisito in carne ed ossa: serviva al centro revisioni per poter operare, ma poi, nei fatti, era inutile. Inutile, ma indispensabile. Era in grado di valutare autonomamente le carenze di un veicolo? No. Chiedeva al meccanico o al titolare, e mi piace pensare che entrambi fossero sempre in buona fede, ma ne dubito. Ricordo ancora quando, durante il periodo di prova mi disse – Die’, io sta prova giochi non l’ho mai fatta, non saprei nemmeno cosa guardare – . Apro una piccola parentesi: era la quinta esperienza in un centro revisioni. Chiusa parentesi. Tuttavia aveva interesse, voglia di imparare ed io ero orfano di collega: decisi, di concerto con la direzione, di dargli una possibilità. Carlo è il primo ispettore che posso vantare di aver formato da zero – anche se sulla carta non era un apprendista -, ma , ahimè, temo di avergli fatto più male che bene. Decisamente.
All’alba dei trentacinque e rotti anni Carlo aveva aperto gli occhi per la prima volta, e naturalmente preferiva il mondo ovattato nel quale viveva. Non lamentava il fatto che il titolare decidesse per lui…non si poneva proprio il problema! Andava a lavorare, passava 8 ore in armonia e rientrava a casa; al primo del mese lo stipendio e via. L’indipendenza e la consapevolezza hanno distrutto Carlo. Questo perchè non solo gli ho insegnato a conoscere i veicoli e valutarne le carenze, ma ho dedicato molto tempo alla questione delle responsabilità civili e penali, quelle stupidaggini che ai corsi di formazione di 30 ore strutturati per plasmare marionette non menzionavano nemmeno. Fatto sta che così Carletto mi è andato in crisi. Dopo un esordio in cui gli unici rimproveri vertevano sull’eccesso di leggerezza (comprensibile, non aveva mai lavorato veramente), quasi di punto in bianco avviene la metamorfosi totale: da #schiacciatasti delle revisioni a mastro Prüfer Senior. Una medaglia, per me, ma una condanna per lui (e per l’azienda). Il problema tuttavia non era tanto la professionalità, ma il fatto che – va detto anche questo –, era troppo pignolo, veramente oltre misura. Ossessivo compulsivo: forse rende meglio l’idea. Non esisteva auto alla quale non contestava problemi all’avantreno: – Carlo, è normale che ci sia un po’ di gioco, altrimenti non si chiamerebbero silent-block -… Arrivava al mattino – e sono certo, non ci aveva dormito la notte – esordendo con – ma la macchina di ieri faceva un tum-tum strano, ma non ho riscontrato nulla. Però secondo me…- Carlo, basta! Dopo un paio di anni i rapporti con l’azienda si sono incrinati definitivamente (50% di ragione per entrambi) e Carlo è passato ad altro impiego.
Bene, se Carlo non aveva – e non ha tutt’ora – il dono del buonsenso, io di certo non ho quello della sintesi. Le vicende narrate sino ad ora sono semplicemente l’introduzione, ma ci forniscono comunque alcune testimonianze su quello che è il settore revisioni oggi in Italia. 1) Sono abilitati ispettori che non hanno la minima idea di cosa sia la revisione di un veicolo, ma vivono serenamente (ecco perchè i sindacati del settore faticano a fare breccia) 2) In Italia l’eccesso di pignoleria è malvisto anche se in altri settori viene pagato profumatamente. Passiamo oltre. Nuovo centro revisioni, nuovi screzi: dopo sei mesi Carlo ri-abbandona. Fa notizia? Ormai non più, purtroppo. La storia che mi ha colpito, e che vorrei condividere con tutti voi, è un’altra, molto più grave ed al contempo più demotivante: è la conferma che il coltello dalla parte del manico, alla fine, ce l’ha sempre il capo. Settimo centro di revisioni per il buon Carletto e dopo sole due settimana di lavoro e qualche scaramuccia, come da copione, sull’eccessiva pignoleria il primo (ed ultimo) grave problema. Ricevo un messaggio alle 7 del mattino con il seguente testo: “Ciao Die, ma se sto a casa da lavoro un giorno il centro può fare le revisioni?”. Domande che non andrebbero nemmeno poste. Chiamo Carlo e mi faccio spiegare la situazione attendendo la conferma di ciò che sin da subito mi è parso evidente. Dopo averlo messo in guardia sui pericoli che lui stesso avrebbe corso sia firmando i referti delle pratiche effettuate da terzi che lasciandoli in bianco – era comunque lui l’ispettore in carica agli atti – l’ho convinto a segnalare la vicenda, quantomeno per tutelarsi in caso le revisioni fossero risultate fasulle. Dopo aver provveduto personalmente ad avviare la procedura con la Motorizzazione e la provincia, rimango in attesa del certificato di malattia che avrebbe attestato in modo inequivocabile la sua assenza al centro revisioni. Avete presente quando vi ho raccontato delle paranoie con la prova-giochi? Ecco, trasferite il concetto sulla segnalazione. – Ma se lo scopre? – – Se viene a cercarmi a casa? – Sapevo che tanto per una scusa o per l’altra non sarebbe mai arrivato al dunque, ma udite udite fino a che punto possono essere infide le persone. Il titolare, a quanto pare presunto CTU per il tribunale, lo ha intimidito facendo leva su questa posizione dopo aver fiutato il rischio di querela. Il pomeriggio Carlo mi chiama esordendo con testuali parole: – Ferma tutto, ferma tutto! Ha i filmati del colloquio di lavoro nel quale affermavo che avrei chiuso un occhio in determinate situazioni -. Respiro profondamente e gli chiedo se avesse mai firmato una dichiarazione di consenso per essere registrato. – No no, cioè, non mi ricordo…non credo però… – Ed aggiungo – Ma cosa gli hai promesso di così compromettente??!! – (poi, conoscendolo…) – Ti giuro, non mi ricordo, ho un vuoto! – Comprendo lo stato confusionale frutto di una meschina operazione di plagio (non che ci volesse molto a raggirarlo eh) e gli lascio del tempo. Volete sapere come è finita la storia? Alla fine il problema del mutuo da pagare ha prevalso su qualsiasi altro buon proposito di cercare, nel proprio piccolo, di fare la cosa giusta. Carlo ha barattato il silenzio per un licenziamento che gli consentisse di accedere alla Naspi, considerando per giunta questo gesto come un atto di grande umanità da parte dell’ex-titolare. Caro Carlo, non mi sento di giudicare la tua scelta, ma credo di aver buttato via un sacco di tempo con te. Ricorda sempre che se vuoi cambiare la tua posizione devi agire in prima persona e fare scelte coraggiose, non abbandonarti alle decisioni altrui. Sii padrone della tua vita.
E con questo ti auguro un grande in bocca al lupo per tutto.
Classe 1991, da sempre appassionato di meccanica e motori. Formazione scientifica, ma propensione alla tecnica, un connubio che determina l’orientamento verso il ramo delle revisioni ministeriali. Ispettore sovversivo e dalle idee ben chiare: il principio di terzietà come unica soluzione in un settore ormai privo di legalità. Nel tempo libero direttore di Revisioniautoblog, rappresentante Federispettori, consulente automotive e collaboratore giornalistico.
Storia che comprendo, BENISSIMO.
Il nostro centro si distingue in maniera clamorosa da tutte le realtà che io conosco. I nostri responsabili tecnici hanno la più ampia autonomia nelle decisioni che riguardano il controllo del veicolo, e mai e poi mai mi sognerei di forzare il loro operato. Ma sono perfettamente consapevole che il nostro centro è uno di quelli che si possono contare con le dita di due mani, in tutta Italia forse, non solo qua. So perfettamente che la storia di Carletto è vera, verissima. Quando abbiamo aperto, nel lontano 1997, il responsabile tecnico poteva essere un geometra, un diplomato scientifico o un diplomato professionale IPIA. Era sufficiente questo. Con i documenti ti recavi in motorizzazione e accreditavi il soggetto presso il tuo centro. Poco contava il fatto che neanche aveva ancora la patente per guidare la macchina. Certo, era stato fatto tutto in fretta, per rispettare i tempi imposti dalla UE, e in tre anni si sono fatte milioni di revisioni in queste condizioni, con i tecnici che, come dice Diego, non capivano una mazza. Non tutti ovviamente, ma di certo la verifica del veicolo in quegli anni al 90% era una farsa. Ricordo solo, a chi non lo sa, in moltissima casi (e solo in pochi sono stati sgamati) molti facevano le revisioni col solo libretto e una macchina pilota (credo che noi italiani siamo maestri in queste cose). E nei primi 3 anni, dal 1997 al 2001, nessun obbligo di formazione, nessun esame, nessuna verifica di operato, NIENTE di NIENTE. Passati non so quanti anni, forse 12 circa, arrivano i corsi e gli esami abilitativi, in cui tutti coloro che avevano operato nei precedenti anni dovevano STUDIARE (finalmente) e fare un esame abilitativo (dopo aver lavorato 12 anni) con una commissione mista in cui c’erano anche rappresentanti delle motorizzazioni. Peggio che mai. Noi abbiamo organizzato la prova pratica della revisione (la revisione del veicolo vera e propria) e anche l’esame stesso presso il nostro centro. Credetemi, ne abbiamo visto di tutti i colori. Magari quella che più ci è rimasta impressa era la risposta di una candidata quando l’Ing. della MCTC gli ha dato la fotocopia del libretto e gli ha chiesto di iniziare la revisione. Risposta? “Ah, ma io non la so fare la revisione, io firmo solo le pratiche. La revisione la fa il titolare dell’officina.” Candidamente, senza nessun timore. Unica bocciata, forse ci voleva una successiva verifica e denuncia, magari. Ma come ha detto anche Diego, il motto è: “vivi e lascia vivere, MALE ovviamente. Poi, grazie alla forza delle aziende costruttrici di macchinari (non certo per una attenta valutazione di funzionalità) si è arrivati al protocollo MCTC – NET e poi Net 2. Un sacco di soldi per le attrezzature per fare la foto alla targa mentre si fa la frenata, per garantire la presenza del veicolo. Su tutte le altre prove nessun riscontro. Sta di fatto che forse, la storia della macchina pilota per fare 40 revisioni senza avere li il veicolo è cosa del passato. Dico forse perchè siamo italiani, e non ci fermiamo davanti a nulla, chissà. Stendiamo un velo pietoso sul discorso tariffa, ferma dal 2007 e solo ora, dopo 14 anni verrà aggiornata. Come se in questi 14 anno non fosse successo nulla che ha incrementato i costi aziendali (asini, calzati e vestiti) E cosa dire poi su come le associazioni di categoria hanno gestito il tutto. Solo per avere numeri di iscritti. Nulla in riferimento alla serietà e alla sicurezza. Anzi, sono proprio loro che hanno suggerito agli autoriparatori di aprire i centri anche se non effettuavano realmente le 4 attività richieste e che era sufficiente avere le iscrizioni in camera di commercio e fare le autocertificazioni, FALSE ovviamente. Si, perchè il 90% dei centri operanti da anni lo fa illegalmente grazie a autocertificazioni fasulle dove dichiarano di esercitare EFFETTIVAMENTE l’attività di Meccatronica (vecchia meccanica e elettrauto), l’attività di carrozzeria e di gommista. Eppure io vedo (ma lo può vedere chiunque) che solo nella mia realtà, su 14 centri solo 3 sono in regola. Gli altri sono autoriparatori di una categoria (o meccanici, o carrozzieri (pochi) o gommisti. Altri invece, in barba alla più ovvia e palese irregolarità, non sono nulla, cioè fanno solo revisioni, sempre grazie alle autocertificazioni fasulle e le iscrizioni in camera di commercio (hanno comunque avuto una buona idea ad iscriversi quando si poteva fare semplicemente chiedendolo). Il giorno che scoppia questa bomba ne vedremo delle belle. Anche perchè, chi è in regola, forse è stato un po danneggiato in tutti questi anni da questo moltiplicarsi di centri, o sbaglio?
La terziarizzazione del settore mezzi pesanti, recentissima e ancora in fase di attuazione, se i tecnici vengono formati solo col corso e sostengono l’esame della commissione regionale (lasciamo perdere per cortesia. Si sa come vanno questi corsi come quelli sulla sicurezza etc. etc.), senza nessun obbligo di apprendistato, di conoscenza reale del settore, è un salto nel buio, anzi stiamo saltando nella galassia vicina, lontano, lontanissimo. L’idea non mi dispiace, ma non in questo modo, solo per liberare gli uffici mctc e fare i finocchi coi culi degli altri. Si, perchè poi in molti casi le cose vanno proprio così come con Carletto. Neanche si rendono conto delle responsabilità che hanno, penali e morali (come te la passeresti sapendo che uno è morto su un veicolo che tu hai passato omettendo controlli ? a parte le conseguenze penali.) Ergo, la terziarizzazione per me va bene, benissimo, solo tecnici professionisti, autonomi, per fare le sedute. Direi che potrebbe andare benissimo anche per i veicoli < 35 q.li. Ma occorrono corsi veri, sia studio che sul campo ed esami TOSTI, dove si deve dimostrare di essere capaci e di saper fare questo lavoro.
Ma fino ad ora ho parlato di cose che volevo esternare, e che Diego sicuramente sa bene, senza parlare di quello che mi ha spinto a rispondere a questo articolo.
La posizione di Carletto è chiara, solo una delle migliaia di posizioni che ci sono di cui molte conosco anche io personalmente. Ma una parolina a favore del titolare del centro, in un mondo dove combattere contro i mulini a vento non serve a nulla, la devo dire. Anche ammettendo che uno parte con buoni propositi, ed è serio, senza dubbi, come la mettiamo col fatto che tu mandi via le macchine indicando i problemi e poi, 30 minuti dopo ti rendi conto che la revisione è stata fatta? Certo, lo so, dobbiamo bocciarle. E quante macchine pensate di revisionare se si sparge la voce che sei l'unico centro in Italia che da gli esiti ripetere, visto che non lo fa nessuno? La verità? dal 1997 a oggi lo stato non ha fatto nulla per gestire questo settore. Ci ha fatto spendere un sacco di soldi, per la contentezza di qualcuno, ma i problemi di chi opera con coscienza, serietà ed onestà sono cresciuti a dismisura. E bisogna anche ricordare una cosa. Quando succede un incidente stradale, quante volte viene verificata la potenziale causa del sinistro ? Quasi mai. Con tutto quello che ho detto, in questo paese si può parlare di sicurezza stradale? Ho i miei dubbi. Siamo troppo pochi quelli che operano come effettivamente si dovrebbe. I titolari dei centri sono un pò come i politici BUONI. All'inizio buoni propositi, poi ci si adegua. E non so dirlo, ma si, lo dico. E' una scelta conservativa. Di sopravvivenza per essere chiari. Non tutti ovviamente, la maggior parte sono forse come il titolare di Carletto, ma credetemi, la vita non è assolutamente facile per le persone valide e serie in questo settore.
Noi, per quanto ci concerne, non abbiamo specchi nell'armadio. Il nostro centro (consorzio) nasceva per tutelare i meccanici indipendenti dalle concessionarie che erano già autorizzate ad aprire un centro revisioni. In pratica è stato fatto per impedire che i meccanici si dovessero rivolgere alle concessionarie, rischiando di perdere il cliente alla prossima revisione (lettere invito e via dicendo). Ma la categoria degli autoriparatori è piena di cialtroni, di incompetenti e di gente che pensa di sapere tutto e solo loro. E così, negli anni, a uno a uno i meccanici preferivano andare da chi parlava meno e revisionava di più (e sono anche autolesionisti perchè il centro che lavora seriamente è grasso che cola per loro). Lo so, incredibile, ma le cose sono andate proprio così. Ed oggi ci troviamo a combattere con centri dove probabilmente il ponte per sollevare la macchina e il prova giochi sono fuori uso, ma per IN-utilizzo, non per usura, ahahahahahahah (rido per non piangere).
Bene, anzi, MALE. Per chiudere faccio una proposta, nelle more della rivisitazione legislativa del settore. Voi politici e dirigenti / funzionari di prima linea del ministero e delle MCTC, istituiamo un ispettorato MCTC, anche a spese dei centri. 60 ispettori che girano l'Italia e fanno controlli modello striscia la notizia, unica realtà ad aver smascherato pubblicamente certe schifezze nefaste. Siamo in 10.000 ormai, cosa sono 250 Eur. all'anno per un servizio di questo genere ? 2.500.000 di Euro non bastano ? Mi viene il dubbio, ma non sono sicuro. Secondo voi, questa cosa sarebbe stata risolutiva fin dall'inizio, dal lontano 1997. Cosa ? Certamente ? Si, ne sono pienamente convinto.
Alla prossima.
Un enorme grazie per questo commento: che sia l’inizio di un dibattito costruttivo.
Ad ogni modo, rispondo all’unica obbiezione che mi è stata fatta.
Nonostante sembri un anti-titolari a priori, in realtà li giustifico, tutti.
In un sistema malparorito nono si può certo pretendere legalità, motivi per il quale Federispettori sta iniziando a popolarsi anche di titolari che vedono nella terzietà l’unica via d’uscita.
Ed è così.
Buona giornata